Azioni per il consumo sostenibile - Commissione europea
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Serbatoi di AdBlue nelle automobili di Stellantis

A seguito delle segnalazioni effettuate dalle associazioni di consumatori in Italia e in Spagna, l'Ufficio europeo delle unioni dei consumatori (BEUC) ha invitato la rete CPC ad avviare un'indagine a livello dell'UE in merito ai problemi tecnici riscontrati coi serbatoi di AdBlue montati su alcuni veicoli diesel prodotti da Stellantis.

L'AdBlue è un liquido progettato per i motori dei veicoli diesel allo scopo di consentire il funzionamento del sistema SCR (sistema di riduzione catalitica selettiva) e di ridurre, in ultima istanza, le emissioni nocive di ossido di azoto.  

I clienti hanno lamentato che, tra il gennaio 2014 e l'agosto 2020, il software incorporato in alcuni veicoli diesel prodotti da Stellantis (come Peugeot, Citroën, DS o Opel) indicava erroneamente che il serbatoio di AdBlue era quasi o completamente vuoto, causando così l'arresto del motore e impedendone il riavvio, provocando di conseguenza la necessità di costose riparazioni a carico dei proprietari.

Stellantis ha chiarito che i problemi tecnici relativi al serbatoio di urea sono emersi in vecchie generazioni di veicoli e che i veicoli più recenti sono invece dotati di componenti perfezionati.  

Misure compensative approvate da Stellantis  

Nel settembre 2023 l'Autorità italiana Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha esaminato la questione e concordato con Stellantis una serie di misure compensative a favore dei consumatori in Italia.

Dopo un dialogo con la Commissione e la rete CPC, Stellantis ha convenuto di estendere tali misure a tutti gli Stati membri, prevedendo inoltre alcuni impegni aggiuntivi che includono quanto segue:

  • l'estensione della copertura speciale per le marche di veicoli Stellantis Peugeot, Citroën, DS e Opel. Ciò significa che Stellantis, a seconda dell'età e del chilometraggio del veicolo, si fa carico del costo delle componenti andando al di là dei requisiti di garanzia, la quale sarà estesa fino a 8 anni dopo la data di fabbricazione di ogni veicolo. La copertura durerà dunque fino al 2028 per i veicoli fabbricati nell'agosto 2020. Per i veicoli ammissibili con fino a 5 anni di utilizzo e 150 000 chilometri, Stellantis risarcisce il 100% dei costi delle parti. Se il veicolo ha tra i 5 e gli 8 anni, la società copre tra il 30% e il 90% dei costi delle parti, a seconda del chilometraggio
  • l'integrazione della copertura speciale con un importo di 30 euro per il costo del lavoro, importo che in alcuni casi rappresenta circa il 20% del costo medio del lavoro
  • la copertura del 100% dei costi delle parti e dei costi di lavoro per i consumatori che si trovano ad affrontare casi ricorrenti (per i clienti che si sono rivolti a un riparatore autorizzato per una seconda sostituzione del serbatoio di urea, entro il limite di 50 000 km o 24 mesi dalla precedente sostituzione effettuata presso un riparatore autorizzato e comprovata da fattura; sono esclusi i veicoli usati). Tale misura resterà in vigore fino all'agosto 2028
  • una misura retroattiva volta a compensare con una somma forfettaria i consumatori che dal 1º gennaio 2021 hanno ricevuto rimborsi meno favorevoli rispetto a quanto previsto dalla copertura speciale estesa
  • l'organizzazione di corsi di formazione per i dipendenti delle reti di distribuzione e dell'assistenza ai clienti per garantire che i consumatori siano adeguatamente informati delle coperture a loro disposizione. =

Stellantis lancerà inoltre una piattaforma dedicata alla misura retroattiva per tutti i consumatori interessati che abbiano già ricevuto risarcimenti in passato, al fine di calcolare i loro diritti di risarcimento aggiuntivi. La piattaforma sarà disponibile a metà gennaio 2025.  

Greenwashing nel settore del trasporto aereo

A seguito di una segnalazione esterna dell'Ufficio europeo delle unioni dei consumatori (BEUC), sotto il coordinamento della Commissione europea e la guida della direzione generale belga per l'ispezione economica, dell'autorità olandese per i consumatori e i mercati, dell'autorità norvegese per la tutela dei consumatori e della direzione generale spagnola per i consumatori, le autorità nazionali per la tutela dei consumatori (autorità CPC) hanno contattato 20 compagnie aeree imponendo loro di far chiarezza su asserzioni ambientali potenzialmente ingannevoli. 

La rete CPC si è concentrata principalmente sulle asserzioni delle compagnie aeree secondo cui le emissioni di CO2 generate da un volo potrebbero essere compensate mediante progetti climatici o ridotte mediante l'uso di carburanti sostenibili, iniziative a cui i consumatori potrebbero contribuire pagando un supplemento tariffario. Le compagnie aeree non hanno però ancora chiarito se tali asserzioni possono essere suffragate da solide prove scientifiche. 

Elementi chiave dell'azione 

Le autorità CPC hanno individuato diversi tipi di pratiche ingannevoli, ad esempio: 

  • creare la falsa impressione che le emissioni di CO2 di un volo possano essere ridotte o pienamente compensate attraverso il pagamento di un supplemento tariffario destinato al finanziamento di progetti climatici con un minore impatto ambientale o attraverso l'uso di carburanti per l'aviazione alternativi 
  • utilizzare il termine "carburanti sostenibili per l'aviazione" senza dimostrare chiaramente l'impatto ambientale di tali carburanti 
  • utilizzare i termini "verde", "sostenibile" o "responsabile" in modo assoluto o utilizzare altre asserzioni ambientali implicite che possano indurre in errore i consumatori riguardo all'impatto ambientale del settore altamente inquinante dell'aviazione 
  • affermare che la compagnia aerea sta andando verso l'azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra o prestazioni ambientali future senza impegni o obiettivi chiari e verificabili e senza un sistema di monitoraggio indipendente 
  • presentare ai consumatori una "calcolatrice" per quantificare le emissioni di CO2 di un volo specifico, senza fornire sufficienti prove scientifiche dell'affidabilità del calcolo e senza informazioni sugli elementi utilizzati per il calcolo stesso 
  • presentare ai consumatori un confronto tra le emissioni di CO2 dei voli senza fornire informazioni sufficienti e accurate sugli elementi su cui si basa il confronto. 

L'azione mira ad allineare le pratiche commerciali di tutte le imprese del settore del trasporto aereo alla legislazione dell'UE in materia di tutela dei consumatori attraverso il raggiungimento del livello richiesto di attestazione e di comunicazione delle asserzioni ambientali volontarie. 

Zalando

A seguito di un dialogo con la Commissione europea e le autorità nazionali per la tutela dei consumatori, Zalando si è impegnata a rimuovere le bandiere e le icone di sostenibilità visualizzate accanto ai prodotti offerti sulla sua piattaforma. Tali dichiarazioni possono indurre in errore i consumatori in merito alle caratteristiche ambientali dei prodotti.    

Nell'aprile 2022 la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), coordinata dalla Commissione europea e guidata da quattro autorità di Germania, Danimarca, Norvegia e Svezia, ha avviato un'azione coordinata con Zalando. La principale preoccupazione della rete era l'uso da parte di Zalando di una bandiera di sostenibilità. Nel corso dell'azione coordinata e conseguentemente ad essa, Zalando ha rimosso la bandiera di sostenibilità e si è impegnata a non utilizzarla in futuro. Permangono tuttavia alcune preoccupazioni in merito alle icone ambientali ingannevoli introdotte da Zalando dopo la rimozione della bandiera di sostenibilità. La rete CPC si è inoltre concentrata sulla presentazione e il funzionamento del filtro e sui dati necessari a sostenere le asserzioni ambientali.  

A seguito del dialogo con la rete CPC, Zalando si è impegnata a: 

  • rimuovere la bandiera di sostenibilità inizialmente utilizzata in tutte le pagine web 
  • rimuovere tutte le icone ambientali ingannevoli visualizzate accanto ai prodotti (come ad esempio una foglia o un albero)  
  • non utilizzare più il termine "sostenibilità", o altri termini che indicano un beneficio ambientale e/o etico, senza inserire una qualificazione in prossimità diretta di tale dichiarazione. Zalando utilizzerà invece il termine "norma di prodotto", o un'espressione simile, con informazioni chiare sui particolari attributi del prodotto, tra cui una percentuale indicante la quantità di un determinato attributo (ad esempio materiali riciclati) nella composizione del prodotto 
  • rimuovere le icone e il termine "sostenibilità" anche dal filtro e introdurre invece il termine "norma di prodotto" che consente ai consumatori di filtrare e selezionare i prodotti sulla base di specifici attributi 
  • modificare la "funzione di abbinamento" del filtro rendendo possibile selezionare i prodotti sulla base di un criterio legato a un determinato attributo 
  • fornire informazioni chiare e dettagliate sui benefici ambientali e/o etici del prodotto nella pagina che ne riporta i dettagli, come ad esempio l'attributo o gli attributi del prodotto insieme alle specifiche percentuali  
  • rivedere la pagina sulla sostenibilità introducendo due nuove pagine web: una con maggiori informazioni sulle norme di prodotto e l'altra contenente informazioni sugli approcci e sulle strategie di Zalando in materia di sostenibilità  
  • garantire che le asserzioni ambientali di Zalando riguardino aspetti significativi dell'impatto del prodotto sull'ambiente. 

Nintendo

A seguito di una segnalazione esterna dell'Ufficio europeo delle unioni dei consumatori (BEUC), la rete delle autorità preposte alla cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) ha contattato la Nintendo of Europe GmbH ("Nintendo") per discutere del mancato funzionamento di alcuni stick analogici dei controller "Nintendo Switch". Come risultato del dialogo, Nintendo riconoscerà ai consumatori dell'UE il diritto di riparare gratuitamente i controller difettosi presso i propri centri di riparazione ufficiali, anche nel caso in cui la garanzia del produttore e/o del venditore risulti scaduta. L'azione è stata guidata dal ministero greco per lo Sviluppo e gli investimenti e dall'Ufficio federale tedesco per l'ambiente, con il coordinamento dalla Commissione europea.
 
Gli utenti della Nintendo Switch avevano già segnalato alle autorità della rete CPC e alle associazioni dei consumatori la perdita di controllo della console. I controller avevano iniziato a presentare segni di deterioramento, mandando anche input errati senza essere stati sollecitati dall'utente. Ciò ha comportato anche l'aumento di rifiuti elettronici superflui, poiché, per via di questo problema, i controller divenivano inservibili e gli utenti che non potevano ripararli con facilità e in modo gratuito si trovavano costretti a sostituirli. Il problema tecnico noto come "drifting dei Joy-Con" ha riguardato tutti i tipi di console Nintendo Switch. È infatti indicativo che a gennaio 2021 le organizzazioni aderenti al BEUC avessero già ricevuto quasi 25 000 reclami dai consumatori riguardanti la Switch.
 
A seguito del dialogo, la Nintendo ha deciso di riconoscere inequivocabilmente nella sezione apposita del sito web del suo centro assistenza europeo che: qualunque problema di drifting o di reattività dei controller Joy-Con sarà riparato gratuitamente presso gli appositi centri della Nintendo, indipendentemente che si tratti di un difetto di fabbrica o di normale usura e anche qualora la garanzia supplementare di 24 mesi offerta da Nintendo risultasse scaduta. La Nintendo ha inoltre accettato la proposta delle autorità per la tutela dei consumatori di riconoscere lo stesso diritto anche a coloro che non sono gli acquirenti originari del controller.
 
I consumatori che incontrano problemi di reattività dei controller Joy-Con possono visitare la sezione del sito della Nintendo dedicata al servizio di assistenza alla clientela. Alla pagina "I control stick dei controller Joy-Con non rispondono o rispondono in maniera errata" si possono trovare maggiori informazioni ed è possibile prenotare direttamente una riparazione.

  • 4 APRILE 2023
Common position of national authorities of the CPC Network concerning the commercial practices of Nintendo of Europe GmbH