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Commissione europea
  • Articolo
  • 17 novembre 2025
  • Direzione generale della Comunicazione
  • 4 min di lettura

A partire da oggi le donne nell'UE lavorano simbolicamente gratis

Female entrepreneur standing with male colleague and discussing in office corridor

 

"Le donne fanno lavori facili, ecco perché guadagnano di meno."

"Le donne non vogliono una carriera, vogliono prendersi cura dei figli."

"Gli uomini sono dei leader migliori."

Chi non ha sentito frasi di questo genere? E se è vero che alcune donne danno la priorità alla famiglia rispetto alla carriera, quelle che non lo fanno incontrano ancora ostacoli a trovare posti di lavoro altamente retribuiti.

Fin dalla più tenera età, le ragazze ricevono complimenti per il loro aspetto mentre i ragazzi per quello che sanno fare. Le ragazze ricevono in regalo bambole e vestitini da principessa, mentre ai ragazzi vengono regalati kit scientifici e magliette da supereroe. La società spinge indirettamente le ragazze verso carriere in ambiti quali l'assistenza, la sanità e l'istruzione, settori che sono sottovalutati e meno remunerativi. Questa situazione contribuisce a un divario retributivo di genere che si attesta sul 24% circa.

Nonostante ciò, molte donne seguono le loro passioni, anche in settori tradizionalmente dominati dagli uomini. Prendiamo l'esempio di Maria. Insieme all'amico Alex ha studiato ingegneria civile e si è laureata a pieni voti. Entrambi sono riusciti a ottenere tirocini molto ambiti e hanno lavorato con la stessa dedizione per crearsi ottime referenze. Poi si sono affacciati sul mercato del lavoro:

  • pregiudizi/condizionamenti sociali: entrambi hanno presentato domanda per un lavoro analogo, ma Alex, essendo sempre stato incoraggiato a essere assertivo e sicuro di sé, ha chiesto uno stipendio iniziale più elevato. Maria non voleva trattare troppo, temendo di poter essere considerata una persona "difficile". Ben sapendo che il suo datore di lavoro avrebbe potuto temere che lei volesse fondare una famiglia e avere figli e che alla fine sarebbe stato preferito un uomo per una squadra prevalentemente maschile, si è accontentata di meno.
  • discriminazione retributiva/divario ingiustificato: entrambi hanno lavorato instancabilmente per tre anni. Alex è stato promosso a manager, mentre Maria ha ottenuto un modesto aumento dello stipendio.
  • congedo di maternità: alcuni anni dopo Maria ha usufruito del congedo di maternità, poi è passata al tempo parziale lavorando però molto da casa senza essere pagata, mentre Alex non ha avuto bisogno di interrompere la carriera quando ha avuto figli.
  • tetto di cristallo: in un'industria dominata dagli uomini, Maria ha raramente visto donne ricoprire ruoli dirigenziali e ha smesso di credere che potesse assumerne uno, mentre Alex ha trovato un tutor che lo ha incoraggiato e ne è stato una fonte di ispirazione.
  • lavoro domestico e assistenziale non retribuito: quando i genitori di Maria sono diventati anziani, lei se ne è presa cura senza essere pagata dopo il suo orario di lavoro a tempo pieno. Ormai esausta, ha temporaneamente messo da parte la carriera e non ha più chiesto promozioni.

Quella di Maria e Alex è una storia inventata, ma rappresenta una realtà concreta per molte donne in tutta l'UE. Sebbene siano diverse le ragioni per cui le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, persiste una complessa combinazione di fattori strutturali, sociali e discriminatori.

Immagina di lavorare da oggi fino alla fine dell'anno senza ricevere uno stipendio. Con il divario retributivo di genere nell'UE attualmente pari al 12%, il 17 novembre è la data simbolica a partire dalla quale le donne lavorano senza essere pagate. Se i progressi continueranno al ritmo attuale, il divario potrebbe perdurare per decenni. Le generazioni future si guarderanno indietro e si chiederanno come sia stato possibile lasciare che questa situazione continuasse, così come ora ci poniamo domande sul perché le donne non potessero votare.

Colmare il divario retributivo di genere e conseguire la parità di genere non è solo una questione di equità: si tratta di ridurre la povertà, sbloccare il potenziale e rafforzare l'economia. In questa occasione, la vicepresidente esecutiva Mînzatu e la commissaria Lahbib hanno ribadito l'impegno dell'UE a favore di un'Unione dell'uguaglianza. La Commissione continua ad adoperarsi per colmare il divario adottando una nuova legislazione, tra cui direttive sulla parità retributiva, sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata, sull'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società e sulla trasparenza retributiva.

 

Per saperne di più

Dichiarazione sulla Giornata europea della parità retributiva

Giornata della parità retributiva

Tabella di marcia per i diritti delle donne

Studio Eurostat sul divario retributivo di genere nell'UE 

Equità sociale in Europa

Istituto europeo per l'uguaglianza di genere: indice sull'uguaglianza di genere

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Data di pubblicazione
17 novembre 2025
Autore
Direzione generale della Comunicazione