
La Commissione ha proposto una serie di soluzioni per garantire che i cittadini che vivono nelle regioni frontaliere dell'Unione europea possano accedere ai servizi di cui hanno bisogno nella loro vita quotidiana. In queste regioni vivono 150 milioni di cittadini europei. Spesso incontrano ostacoli per accedere ai trasporti, ai servizi sanitari, all'istruzione e ai progetti infrastrutturali. Districarsi tra i diversi sistemi giuridici e amministrativi può essere complesso, costoso e faticoso.
Ad esempio, un cittadino potrebbe incontrare difficoltà ad accedere ai servizi di emergenza critici perché il pronto soccorso o l'ospedale più vicino si trova al di là di una frontiera. Le difficoltà possono essere dovute alla mancanza di informazioni sui propri diritti, a norme diverse in materia di assicurazione sanitaria o a requisiti tecnici diversi per i veicoli di emergenza. Di conseguenza, il cittadino in questione potrebbe non riuscire a raggiungere l'ospedale o a chiamare un'ambulanza in tempo utile.
In base alla nuova proposta, i paesi dell'UE dovranno istituire punti di coordinamento transfrontaliero. Quando qualcuno segnala un problema transfrontaliero, questo nuovo servizio le metterà in contatto con le autorità nazionali competenti. Insieme, possono lavorare per trovare una soluzione pratica. I paesi dell'UE hanno l'ultima parola sulle soluzioni da mettere in atto. La Commissione creerà inoltre una rete di questi punti di coordinamento per condividere le migliori pratiche.
Secondo uno studio del 2017, eliminare il 20% degli attuali ostacoli giuridici e amministrativi farebbe aumentare il PIL del 2% e creerebbe oltre un milione di posti di lavoro nelle regioni transfrontaliere europee.
Per saperne di più
Cooperazione transfrontaliera nell'UE
Relazione: effetti degli ostacoli giuridici e amministrativi nelle regioni frontaliere terrestri
Dettagli
- Data di pubblicazione
- 12 dicembre 2023
- Autore
- Direzione generale della Comunicazione