Attività illecite e casi di abuso del diritto possono verificarsi in qualunque organizzazione, pubblica o privata, grande o piccola. Possono assumere varie forme, come la corruzione, la frode, la pratica scorretta o la negligenza, e, se non contrastati, possono a volte arrecare grave pregiudizio al pubblico interesse.
Chi lavora per un'organizzazione o è in contatto con essa nello svolgimento della propria attività professionale è spesso la prima persona a venire a conoscenza di questi casi e si trova quindi in una posizione privilegiata per poter informare coloro che sono in grado di risolvere il problema.
Gli informatori, vale a dire coloro che segnalano (all'interno dell'organizzazione interessata o a un'autorità esterna) o divulgano (al pubblico) informazioni concernenti atti illeciti ottenute in un contesto lavorativo, contribuiscono a prevenire danni e ad individuare minacce o pregiudizi al pubblico interesse che non verrebbero altrimenti alla luce.
Tuttavia, a livello europeo e nazionale, la protezione degli informatori è disomogenea e frammentata. Di conseguenza, gli informatori sono spesso scoraggiati dal segnalare le loro preoccupazioni per timore di ritorsioni.
Per questi motivi, il 23 aprile 2018 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di iniziative comprendente una proposta di direttiva riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione e una comunicazione che istituisce un quadro giuridico completo per la protezione degli informatori al fine di salvaguardare l'interesse pubblico a livello europeo, istituisce canali di segnalazione facilmente accessibili, sottolinea l'obbligo di mantenere la riservatezza e il divieto di ritorsioni nei confronti degli informatori e stabilisce misure di protezione mirate.
La direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione, è stata adottata il 23 ottobre 2019 ed è entrata in vigore il 16 dicembre 2019. Gli Stati membri hanno tempo fino al 17 dicembre 2021 per recepire la direttiva nei rispettivi ordinamenti nazionali.
Documenti